Cristian Tropea

Vi presentiamo Cristian Tropea di 28 anni, insegnante di inglese e italiano.

Cristian, il tuo nome è più francese che italiano, i tuoi genitori sono appassionati della Francia o hai radici francesi?

No, non ho origini francesi. I miei genitori sono entrambi siciliani, di Ragusa, e io sono nato nella periferia Sud Est di Milano. Mia madre ha voluto interrompere la tradizione di dare ai figli il nome dei nonni. All’inizio voleva chiamarmi Kristian, poi l’addetto all’anagrafe non ha autorizzato questa forma “esotica” del mio nome, quindi hanno scelto Cristian. È un nome molto alla moda in Italia.

Da quale città provieni? Per favore racconta un po’ di te, dove hai lavorato in Italia e che lavoro fai qui.

Sono cresciuto a San Giuliano Milanese, una cittadina a 7 km da Milano, nella sua periferia Sud Est. Ho vissuto a Kehl, in Germania quando ho lavorato a Strasburgo, ho abitato anche a Londra e Bruxelles sempre per motivi di lavoro. Ho lavorato per molti anni in un ristorante che ora purtroppo non esiste più, lì sono cresciuto. Dopo la laurea ho lavorato come accompagnatore turistico in alcuni viaggi studio con EF per diventare poi insegnante di inglese e francese presso una scuola superiore. Ho fatto esperienze anche di insegnamento alle scuole elementari e come educatore alle scuole medie (in questo caso non ero un vero e proprio insegnante, seguivo i ragazzi nel doposcuola pomeridiano). Nei periodi precedenti ho fatto esperienze lavorative di tutti i tipi, che preferisco tralasciare per non dilungarmi troppo su questo argomento. Nell’aprile del 2012 ho cominciato a lavorare per la STEF, il leader europeo dei trasporti a temperatura controllata con un contratto per futuri dirigenti. Ho lavorato con loro per 2 anni e mezzo. Mi piaceva molto il lavoro ed ero diventato una figura importante all’interno della filiale, ma i ritmi e l’organizzazione erano un disastro, quindi ad ottobre 2014 ho lasciato tutto per venire ad Ekaterinburg e sposare mia moglie. A dicembre sono dovuto tornare in Italia perché il mio visto era scaduto, quindi sono rimasto a San Giuliano fino al 31 Marzo. Ho lavorato nel frattempo per un mese presso la Ambra’s, un’azienda che commercializza decorazioni per dolci come commerciale Italia/estero.
Qui sono assunto dall’Università Federale degli Urali come insegnante di inglese e tutor di italiano. Mi dispiace però non insegnare più francese, è una lingua che quando riesci a trasmetterla dà soddisfazione.

Come mai hai deciso di sposarti cosi presto visto che molti italiani sono mammoni e cosa ha detto tua madre?

Ahah la domanda è interessante: sebbene io sia molto attaccato alla mamma, come tutti gli italiani, ho sempre avuto un certo spirito indipendente. Ricordo che ho festeggiato il mio primo capodanno con gli amici lontano da casa all'età di 15 anni: siamo andati a Udine! La mamma si è rassegnata a questo mio spirito viaggiatore, il nostro legame è qualcosa che va oltre la distanza, è spirituale..e poi per amore si è disposti a fare cose che sembrano impossibili. All'inizio qui è stato difficile (e spesso lo è ancora per via della lingua), ma dopotutto Ekaterinburg mi piace e la mia famiglia qui (composta da mia moglie e da mia suocera) è fantastica, mi rende molto felice.

Ti sei trasferito a Ekaterinburg poco tempo fa, come ti trovi qui? Ti piace la città? C’è qualcosa che non ti piace o non puoi capire? Hai visto le altre città russe?

Mi trovo molto bene ad Ekaterinburg. Per un italiano essere qui a volte è surreale perché la gente ti guarda con occhi stupiti come se fossi una celebrità. Non ho mai visto un’accoglienza simile in nessun altro Paese in cui sono stato. La città è molto dinamica e la mentalità delle persone è simile a quella milanese, quindi diciamo che mi sono spostato, per quanto riguarda l’aspetto psicologico, da Milano a una Milano un po’ più “fresca”. Mi piace la vitalità che c’è qui con i negozi aperti 24 ore al giorno e la vista dei grattacieli vicini alla foresta. Il tempo è un po’ difficile da capire, lo ammetto, perché è ancora più imprevedibile del tempo di Londra. Purtroppo non mi piace il fango, passo parte del mio tempo a pensare a come si potrebbe risolvere il problema tenendo conto dei limiti di spesa che ci potrebbero essere. Per ora non ho visto altre città russe a parte gli aeroporti di Mosca e San Pietroburgo (solo dall’interno!)

Stai studiando russo? Come te la cavi nella vita quotidiana?

Al momento sto studiando russo da solo a casa, purtroppo non riesco a mantenere una costanza nei ritmi. Mi servo di alcuni libri e della televisione che aiuta di certo a rafforzare alcune strutture che altrimenti non ricorderei. Ho notato che per me è molto più semplice studiare il russo usando libri in inglese perché il mio cervello entra già in modalità “lingua straniera”; questo ovviamente si riferisce al mio caso, ognuno ha le sue preferenze. Nella vita quotidiana non è ancora tutto facile, quando una persona parla velocemente mi trovo in difficoltà e questo per me è frustrante visto che generalmente nel resto d’Europa non ho mai avuto problemi di comprensione della lingua o di espressione (conosco altre 4 lingue oltre l’italiano e il russo).

Quali sono le cose più difficili da imparare in russo per te?

Sicuramente i casi sono una cosa molto complicata. Mi aiuto servendomi della mia conoscenza dei casi in tedesco, ma non posso dire di essere accurato.

Tua moglie è russa, che lingua parlate a casa?

L’inglese è la lingua prevalente in casa. Cerco di parlarle il più possibile in italiano e lei mi risponde in russo, così possiamo rafforzare le nostre conoscenze, ma quando dobbiamo spiegarci velocemente o precisamente sicuramente la lingua che scegliamo è l’inglese. Adoro insegnarle l’italiano, è una scoperta a ritroso della mia lingua e dei processi mentali su cui molti miei connazionali non si sono mai posti domande.

Che cosa potresti consigliare alle persone che studiano la lingua italiana? A cosa fare più attenzione?

Da quello che sono riuscito a notare l’accordo di genere e numero spesso presenta dei problemi. È tutta una questione di pratica, quello che consiglio sempre è di servirsi della musica per imparare: le frasi vengono assimilate dal cervello per poter cantare le canzoni, da quel momento in avanti esse saranno già a disposizione nella nostra memoria fin quando non verranno richiamate per altri usi.

So che ti piace cucinare, insegni a tua moglie i piatti italiani? Hai già imparato a cucinare i piatti russi?

La cucina è un argomento abbastanza divertente: dico sempre a mia moglie che mi è servito venire in Russia per imparare a cucinare italiano. Quando abitavo con i miei genitori raramente cucinavo perché ci pensava mio padre (che è bravissimo) o mia madre (altrettanto brava). Per il resto in Italia è molto facile mangiare perché ci sono tantissimi sughi e piatti pronti, specialmente a Milano, perché vanno sempre tutti di fretta per abitudine. Di base, quindi, spesso si prepara una pasta in bianco e si versa dentro il sugo pronto. Qui cucinare per me è una sfida perché ogni giorno cerco di deliziare mia moglie e mia suocera con dei piatti nuovi, guidarle alla scoperta di ingredienti e abbinamenti a cui prima non erano interessate. Inoltre, trovare gli ingredienti qui è sempre avventuroso, quindi spesso i piatti nascono dall’incontro casuale con un ingrediente al supermercato. La cucina di piatti russi, tuttavia, la lascio a loro, anche se mi piacciono molto. Serve tempo per abituarcisi, ma una volta che questo accade non si può tornare indietro.

Avete deciso di vivere in Russia, la tua famiglia ti ha lasciato tranquillamente? Non hanno paura per te?

La prima volta che mi sono trasferito in Russia, ad Ottobre, i miei genitori erano comprensibilmente molto preoccupati. Mia madre pensava che mi fossi trasferito su Marte e che qui non ci fosse niente di simile a quello che si trova a Milano. Hanno cambiato opinione quando sono venuti qui in occasione del mio matrimonio, ora sono molto più rilassati. La parentesi di quattro mesi in attesa del secondo visto li ha ovviamente fatti soffrire molto al momento della mia ripartenza, ma io li ho rassicurati dicendo loro che questo doveva accadere un giorno o l’altro. Ci sentiamo ogni giorno con Skype o Whatsapp, fortunatamente queste tecnologie aiutano a sentirci più vicini.

Prima di venire qui che cosa hai sentito o pensato della Russia? Avevi qualche stereotipo?

Prima di conoscere mia moglie vivevo nella totale ignoranza riguardo la Russia. Vedevo le scritte in cirillico e mi sembravano impossibili da capire (beh, ogni tanto è ancora così!). In Italia si pensa sempre che la Russia sia un Paese triste, freddo e grigio, ma posso smentire tutto. Adoro mettermi sul balcone dopo il tramonto e respirare il profumo della foresta, questa è una cosa a cui adesso non riuscirei a rinunciare.

Hai già preso qualche abitudine russa durante la tua vita in Russia?

Sebbene non io non beva il tè tre volte o più al giorno sicuramente il mio consumo di questa bevanda è aumentato. Al momento non mi vengono in mente altre abitudini, ma di sicuro devo averne presa qualcuna.

C’è qualcosa che ti manca in Russia? Cosa ti stupisce qui?

In Russia ovviamente mi mancano gli affetti che ho in Italia, i miei genitori, mio fratello e sua moglie, mia nipote e i miei amici. Un’altra cosa che mi manca è l’idea della vicinanza al mare. Mi piace molto il mare per la poesia che esso ispira, non per la semplice villeggiatura; lo guarderei per giorni interi.

Vorresti ritornare a vivere un giorno in Italia o hai deciso di restare qui per sempre?

Sono abituato a lasciare tutte le mie strade aperte senza mai escluderne nessuna. Per ora mi trovo molto bene qui e sono intenzionato a restare perché integrarmi qui è una sfida che voglio vincere. Tuttavia, a mia moglie e mia suocera piace anche l’Italia.. chissà!

Domande flash:

1. Il tuo piatto preferito?
Pasta aglio, olio e peperoncino.

2. La tua pizza preferita?
Ce ne sono tante! Al momento sono indeciso tra la pizza con prosciutto crudo e scaglie di grana senza mozzarella o la pizza con salame piccante e gorgonzola.

3. La bevanda preferita?
Aranciata, adoro quella fatta dalla San Pellegrino e quella della Lurisia che purtroppo qui non riesco a trovare.

4. Il libro preferito?
Ne ho letti così tanti da non riuscire a sceglierne uno. Dico Il Piccolo Principe per la profondità dei concetti.

5. Il posto preferito per riposare?
Divano davanti alla tv (su questo non credo ci sia differenza in qualsiasi Paese del mondo).

2015